Folklore Orientale

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Sky…
view post Posted on 21/12/2011, 00:14 by: Sky…
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Il Tempio T'ongdosa

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Nella Corea del Sud vi sono letteralmente migliaia di templi buddisti, ma il tempio di Tongdo-sa (통도사 通度寺) di Yangsan, annidato nelle colline fra le città di Ulsan e Pusan, si è sempre distinto dagli altri.
Il primo dei templi dei “Tre Gioielli” è considerato la sede spirituale del Buddismo coreano ed è fra i templi più grandi e più antichi. Nel 1999 il tempio Tongdo-sa è diventato la sede di uno dei più importanti musei buddisti del mondo.
Il museo è sorto per volontà dell'attuale direttore, il venerabile monaco Bom Ha. “Il motivo della creazione di un museo” – dice il ven. Bom Ha – “è il fatto che ciascun tempio possiede innumerevoli reliquie, ma ha poco spazio per conservarle e inoltre esistono serie preoccupazioni per i furti.”
Quando fu fondato nel 1954, il museo Tongdo-sa era un minuscolo museo all'aperto e raccoglieva solo alcune reliquie del tempio stesso. In seguito, grazie a generose donazioni e a un sostanziale contributo da parte del governo, si trasformò e si espanse fino a raggiungere le dimensioni attuali di 16.500 metri quadrati. L'insieme del museo comprende anche una rivendita di libri, negozi di souvenir, depositi, una stanza dei documenti, uffici di coordinazione e un centro culturale.
Uno staff di 700 volontari si occupa della gestione del museo. La tradizione buddista coreana è mantenuta tramite lezioni regolari aperte al pubblico e grazie alle attività del Centro di ricerche sulle proprietà culturali buddiste che si focalizza sulla documentazione e sulla conservazione dei dipinti dei templi buddisti.

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Il museo comprende ora 30.000 artefatti che rappresentano circa 1.500 anni di storia, dalle delicate sculture dei regni di Koryŏ e Silla ai lavori degli artisti contemporanei. I lavori sono presentati in cinque grandi sale d'esposizione, ciascuna con un tema separato. La maggior parte dei visitatori inizia con la Sala storica, che ospita la maggior parte dei tesori designati dal governo, fra cui una copia del Lotus Sutra, originariamente scritto in oro, tavolette votive, campanelle, tamburi, e posate in ottone.
La Sala degli artefatti donati raccoglie pezzi più recenti, ceramiche dell'epoca Chosŏn, sculture popolari e sciamaniche e pitture di autori moderni.

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Secondo il direttore del museo, la Sala delle pitture buddiste è la più bella delle sale del museo. I depliant informativi dicono che Tongdo-sa ospita la più grande collezione di dipinti buddisti del mondo, ed effettivamente, dopo aver visto gli oltre 600 dipinti in mostra, i visitatori potranno essere d'accordo su questo punto.
Alcuni dei dipinti di maggiori dimensioni sono densamente popolati da divinità e demoni, pagode, montagne, elefanti, e si possono passare delle ore a osservarne i particolari. Tutti i pezzi minori vengono superati nelle dimensioni dai ritratti giganti del Budda chiamati “Tangka”. Sono così grandi che possono essere esposti solo uno alla volta.
Questi dipinti del periodo Chosŏn erano un tempo usati per le più importanti cerimonie all'esterno. Anche se nella creazione del Tangka erano impegnati da 10 a 20 monaci contemporaneamente per la stesura delle immagini, ognuno di questi dipinti richiedeva più di un anno per essere completato.
Tongdo-sa possiede circa 80 Tangka, alcuni dei quali ottenuti in prestito da altri templi. Quello esposto viene cambiato, con molta pompa, ogni aprile e ottobre.
Un'altra collezione notevole del museo di Tongdo-sa è quella dei “sarira”. I sarira sono piccole pietre preziose, o gemme, che vengono lasciate dalla cremazione di un monaco particolarmente devoto o santo. I buddisti credono che queste pietre si formino quando un monaco è un devoto di eccezionale purezza o quando ha sofferto moltissimo, un po' come le perle che si formano in un'ostrica. I sarira vengono spesso posti all'interno di stupa o dentro gli altari dei templi buddisti.

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T’ongdosa (Tongdosa 통도사 通度寺), a Yangsan nella regione Kyŏngsangnam-do, è uno dei più importanti templi buddisti della Corea. È famoso per non avere una statua del Budda nella sala principale. Il motivo di questa mancanza è dato dal fatto che a T'ongdosa sono conservate le vere reliquie di Sakyamuni, il Budda storico, e per questo il tempio non ha bisogno di una statua del Budda. Certo è che la bellezza del paesaggio e l'atmosfera serena del tempio danno al visitatore l'impressione che qui il Budda continui a vivere.

Si dice che molti anni fa nella sala principale del tempio si sia tenuta una messa buddista sul sutra Avatamsaka. Poi, nel cuor della notte, una luce cominciò a brillare da uno stupa che si trovava nel recinto del tempio e la luminosità era così intensa da essere paragonabile alla luce del giorno, tanto da allertare molti monaci che si erano riuniti nel tempio per officiare un servizio religioso. Dicono che, a partire da quel momento, lo stesso stupa abbia emesso un'intensa luminosità di tanto in tanto, prima che un evento importante o un grave disastro colpissero il paese, e che la luce sia stata così forte da essere vista da lontano.
Questa storia miracolosa è una leggenda trasmessa fino a noi a proposito del tempio T'ongdosa. T'ongdosa è uno dei cinque templi in cui vengono conservate le reliquie autentiche del Budda.
Il monaco Chajang yulsa (자장 율사 慈藏 律師) di Silla portò alcuni sarira del Budda dalla Cina Tang e li ripartì fra i cinque templi. Lo speciale mistero e la meraviglia associati a questo fatto sono molto evidenti a T'ongdosa.

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T'ongdosa si trova posizionato sul pendio meridionale del monte Yŏngch'wi-san (영취산 靈鷲山), che è alto 1.050 metri s.l.m., non lontano dal fiume Naktong-gang (낙동강 落東江) e dal Mare Orientale. Il nome della montagna deriva da quello del monte Grdhrakuta nel Magadha orientale, uno dei quattro principali regni dell'India al tempo del Budda. Il monte Grdhrakuta, che i coreani chiamavano Yŏngch'wi-san, è famoso per essere stato il luogo in cui Sakyamuni, il Budda storico, pronunciò il Sutra del Loto. Si dice che su quella montagna, il cui nome significa “Picco dell'avvoltoio”, vivessero vari immortali e molti avvoltoi. Siccome in Corea il monte su cui si trova il tempio era ritenuto essere significativo come la sua controparte in India in termini di provvidenza del Budda, gli fu dato lo stesso nome.

A proposito del nome del tempio, T'ongdo-sa significa “Tempio del passaggio nell'illuminazione”. Siccome gli edifici del tempio, le sue pagode, le lanterne di pietra, il bell'ambiente naturale e i grandi maestri che vi hanno insegnato la legge buddista sono tutti considerati come dovuti alla provvidenza del Budda, T'ongdo-sa era ritenuto essere eccezionale come il monte Grdhrakuta in India, dove il Budda insegnò il canone.
Come suggerisce il nome, T'ongdo-sa ha una dignità particolare che è immediatamente evidente nel momento stesso in cui si entra nel tempio. Il primo portale, Ilchumun (일주문 一柱門), presenta l'insegna “Yŏngch'wisan T'ongdosa” la cui calligrafia è quella del principe reggente Hŭngsŏn Taewŏn'gun, padre del re Kojong (r. 1863-1907). La dignità della scritta è adatta alla maestà del monte Yŏngch'wi-san.
Dopo essere passati per il portale Ilchumun, si scorge alla destra il Museo Sŏngbo e poi, seguendo verso l'alto il cammino da quel punto, si arriva al portale Ch'ŏnwangmun (천왕문 天王門), che custodisce i quattro guardiani celesti che si dice puniscano i cattivi e premino i buoni. Con il potere dei quattro re celesti, il portale Ch'ŏnwangmun protegge il tempio dagli spiriti malvagi. Questo portale fu eretto allo scopo di rendere il tempio un luogo incontaminato, incoraggiando i visitatori a pensare due volte al proprio comportamento. Il portale è stato dichiarato Proprietà culturale tangibile numero 250 della regione Kyŏngsang-namdo.
Superando il portale Ch'ŏnwangmun e il padiglione Pŏmjonggak (범종각 梵鍾閣) che si trova accanto a esso e che contiene la campana il cui suono ha lo scopo di salvare tutte le anime, si arriva al portale chiamato Purimun (불이문 不二門). Il termine Puri significa “non due”. Vuol dire che la vita e la morte, i desideri terreni e l'illuminazione, il bene e il male, cioè tutti gli opposti non sono due, ma una cosa sola. Il portale Purimun viene anche chiamato Haet'almun (해탈문 解脫門) perché, passando attraverso questa porta ci si lascia dietro tutte le preoccupazioni terrene, si diventa Budda e si raggiunge la salvezza, chiamata appunto haet'al. Purimun è anche la porta che conduce alla parte centrale del tempio. Questo portale è unico nell'architettura dei templi buddisti coreani in quanto il suo tetto non è sostenuto da una trave maestra centrale, ma dalle figure di un elefante e di una tigre che, unendo le loro teste, sostengono il tetto.

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Il portale Purimun conduce alla sala principale, Taeungjŏn (대웅전 大雄殿), che si trova al centro del tempio. Questa sala fu costruita alla metà del periodo Chosŏn (dinastia Yi) ed è anch'essa unica per la sua epoca, il che la rende molto importante per lo studio dell'architettura lignea dei templi buddisti coreani. È stata dichiarata Tesoro nazionale numero 290. La sala Taeungjŏn ha insegne con scritte diverse per ognuno dei quattro lati: “Taeungjŏn” sul lato Est, “Taebanggwangjŏn” (대방광전 大方廣殿) sul lato Ovest, “Kŭmganggyedan” (금강계단 金剛界壇) sul lato Sud e “Chŏngmyŏlbogung” (적멸보궁 寂滅寶宮) sul lato Nord. L’insegna frontale “Kŭmganggyedan” fu scritta dal principe Hŭngsŏn Taewŏngun, lo stesso che scrisse i caratteri del portale Ilchumun.
Come si è detto all'inizio, la sala principale è unica perché non contiene alcuna statua del Budda. Invece un sarira del Budda è venerato sulla piattaforma-altare del diamante, o Kŭmganggyedan, che si trova a Nord dell'edificio. Siccome non contiene statue del Budda, la sala Taeungjŏn viene usata solo per funzioni buddiste.
La sala ove si venera il sarira del Budda è chiamata Chŏngmyŏlbogung e il sarira stesso si trova sulla piattaforma-altare del diamante, come si è detto. L'altare (o piattaforma) è considerato il luogo più sacro del tempio in quanto conserva in sé lo spirito fondamentale con cui il tempio fu originariamente costruito.

Uno dei più antichi testi storici della Corea, il Samguk yusa (삼국유사 三國遺事), o “Memorabilia dei Tre Regni”, dice che la piattaforma fu costruita inizialmente alla metà del settimo secolo. Da allora però è stata riparata sette volte e oggi è molto diversa dall'originale. La piattaforma attuale, a giudicare dalla forma a campana dello stupa e dalla tecnica di scultura di ciascuna delle figure, dovrebbe risalire a dopo il 17º secolo. Anche se l'aspetto della piattaforma è cambiato, secondo le registrazioni scritte questa resta però la più antica piattaforma d'altare esistente.
Più grande e più bella di esempi simili che si trovano nei templi Kŭmsan-sa e Yongyŏn-sa, è considerata essere il più bell'esempio di piattaforma a scalini della Corea.
Accanto a Kŭmganggyedan si trova uno stagno con un ponte che lo attraversa, stagno che gioca un ruolo centrale nella leggenda della fondazione di T'ongdosa. Quando il monaco Chajang yulsa cominciò a costruire il tempio, nel sito da lui scelto vi era un grande stagno abitato da nove dragoni. Il monaco riempì di terra lo stagno uccidendo tutti i dragoni eccetto uno, che lasciò a proteggere il tempio. Questo è il motivo per cui quello stagno viene chiamato Kuryongji (구룡지 九龍池), o “Stagno dei nove dragoni”.

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Non solo il tempio, ma il paesaggio attorno è così bello che certi punti sono ora noti come “le otto meraviglie panoramiche di T'ongdosa”. Queste comprendono il grosso tamburo e la campana del tempio, il bagliore del sole che tramonta sullo stagno, la cascata e le rocce dietro al tempio, e un pino che ha varie centinaia d'anni.
Il monaco capo del tempio è attualmente Hyŏnmun, sotto la cui guida il tempio si concentra sulla divulgazione degli insegnamenti del Budda mediante speciali funzioni religiose, quali la messa annuale sul sutra Avatamsaka e le cerimonie religiose che si tengono ogni mese nella notte della luna piena. Oltre a ciò, grazie a una grande messa estiva si dà ai credenti buddisti laici l'opportunità di sperimentare di prima mano la vita del tempio, per far crescere la loro familiarità con la cultura buddista e per aiutarli a incorporare questa cultura nella loro vita di ogni giorno.
L'insegnamento del Budda è evidente in ogni angolo di T'ongdosa. Tutte le cose cambiano e alla fine scompaiono col passare del tempo, ma nel fluire del tempo il tempio T'ongdosa continua a esistere, conservando e diffondendo i precetti del Budda.

Altre immagini sotto spoiler


Info qui: Corea.it e qui:Corea.it


 
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