Folklore Orientale

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Kimu
view post Posted on 15/1/2012, 21:05




Tabi


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I tabi (足袋) sono dei calzini tradizionali giapponesi che arrivano all'altezza della caviglia e che separano l'alluce dalle altre dita del piede. Risalgono al XVI secolo ed hanno raggiunto un picco di popolarità durante il periodo Edo (1603 - 1867). Vengono portati sia da uomini che donne, con dei sandali zōri, geta o calzature analoghe. I tabi sono inoltre essenziali con i kimono o con abiti tradizionali simili. Generalmente vengono portati soprattutto nel periodo estivo.
Sembra che la parola "tabi" derivi dal termine "tanbi", che significa "un livello di pelle". In antichità, venivano portati dai samurai, che a differenza dell'alta aristocrazia, avevano bisogno di calzature e calzini più comodi per uno stile di vita più attivo.

TABI



Il colore più comune è il bianco e i tabi bianchi vengono indossati in situazioni formali come le cerimonie del tè. Talvolta gli uomini indossano dei tabi blu o neri durante i viaggi, mentre i tabi con colori più sgargianti o con delle fantasie stampate vengono indossati principalmente dalle donne, anche se stanno diventando popolari anche tra gli uomini.

Le persone che usano maggiormente i tabi sono i ballerini di danze tradizionali giapponesi, gli attori giapponesi, i batteristi taiko e naturalmente chi pratica arti marziali come il karate. Inoltre, secondo la teoria Shiatsu, indossare i tabi porta benefici alla schiena, alla colonna vertebrale e alla digestione per la presenza dei meridiani dell'agopuntura localizzati tra le due dita.

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A differenza dei normali calzini, che quando indossati aderiscono perfettamente al piede perché fatti di materiale elastico, i tabi vengono creati cucendo insieme dei lembi di stoffa non elastica; hanno infatti un'apertura sul retro per permettere al piede di scivolare dentro e naturalmente dei bottoni per chiudere l'apertura. Tuttavia esistono anche dei tabi elasticizzati chiamati "calzini tabi", più bassi dei tabi veri e propri che invece sono chiamati anche "tabi odori", dalla forma a stivaletto, quindi più alti, e non elasticizzati.
Gli operai, i contadini, i giardinieri e persone che svolgono lavori simili indossano spesso dei tabi che somigliano a delle scarpe, chiamate jika-tabi. Sono costruiti con materiali più pesanti e resistenti, spesso con una suola in gomma. Sebbene le scarpe occidentali li stiano rimpiazzando, molti lavoratori li preferiscono ancora per la morbidezza della suola e quindi per la possibilità di avere un contatto tattile con il pavimento. Questo può essere d'aiuto per gli operai edili o per i giardinieri.

 
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Kimu
view post Posted on 16/1/2012, 19:11




Oiran



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Le Oiran (花魁?) erano cortigiane in Giappone, considerate yūjo (遊女?) "donne di piacere" o prostitute Si distinguono dalle yūjo perché erano intrattenitrici più che prostitute e alcune di loro ebbero tanto successo da diventare idoli. L'arte e la moda da loro praticata spesso le conduceva accanto a uomini di potere, ed oggi sono ricordate grazie al mantenimento delle loro tradizioni.

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Storia


Le oiran cominciarono a prestare servizio durante il Periodo Edo (1600.1868). I bordelli erano confinati nelle campagne per via di una legge e nelle maggiori città ch'erano Shimabara Kyoto, Shinmachi ad Osaka ed Edo (Tokyo attuale) c'erano le Yoshiwara, quartieri poi divenuti "luoghi di piacere", laddove era offerto qualunque tipo di intrattenimento. In quei quartieri di piacere, il grado di cortigiana non indicava nulla e si veniva valutati solo per le proprie doti e per la propria bellezza. Tra le oiran, la tayū (太夫?) erano considerate le migliori ed erano anche selezionate accuratamente per compiacere il daimyo e soltanto i più ricchi e potenti potevano permettersi di possedere una oiran.

Per intrattenere i loro clienti, le oiran praticavano danza, musica, poesia, calligrafia, ed era fondamentale essere eruditi per poter discutere con loro.

L'isolamento delle oiran le rese poco a poco sempre più idolatrate e lontane dalla società. L'etichetta morale del governo richiedeva un comportamento appropriato e le discussioni delle oiran erano assai più maestrali se paragonate a quelle comuni.

Un visitatore casuale non sarebbe stato accettato; si accettavano solo ospiti previo invito diretto dalla oiran responsabile degli inviti in mezzo alla strada. I costumi indossati dalle oiran divennero sempre più complessi, culminando in uno tile con oltre otto pettini e spilli tra i capelli e tanti strati d'abiti ispirati alle prime oiran. La cultura delle oiran, purtroppo, era talmente elevata e i loro requisiti tanto ristretti da allontanare il loro mondo antiquato sempre di più da quello moderno e comune. A sostituire le oiran furono le geisha, assai più accessibili al cittadino comune e la loro popolarità crebbe inesorabilmente e superò quella delle oiran. L'ultima oiran professionista visse fino al 1761. Chi oggi ancora pratica la cultura dell'oiran (senza le avanches sessuali) lo fa solo per un mantenimento delle tradizioni e della cultura.

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Etimologia


La parola oiran deriva dalla fraseoira no tokoro no nēsan (おいらの所の姉さん?), traducibile con "la mia sorella maggiore". Scritto in giapponese, consiste in due kanji, 花 i cui significati sono "fiore" e 魁 "conduttore", "primo". Tecnicamente, solo le prostitute d'alto rango di Yoshiwara erano dette oiran, sebbene il termine è aperto a tutte.

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Parata delle cortigiane



Il Bunsui Sakura Matsuri Oiran Dōchū è un evento a cui è possibile accedere gratuitamente a Tsubame, Niigata. Dōchū è l'abbreviazione di oiran-dochu, il nome delle cortigiane che accompagnano gli ospiti durante la traversata della strada principale. La parata presenta tre oiran nel loro assetto tradizionale completo; Shinano, Sakura e Bunsui. Tra i fiori di ciliegio d'Aprile, si contano all'incirca settanta concubine. Ciascuna oiran indossa una geta di quindici centimetri e porta un vestito unico. Il nome attribuito a questo spettacolo è spesso cambiato con La Parata Onirica di Echigo (Echigo no yume-dochu). L'evento è estremamente popolare in tutto il Paese, con molte giapponesi in disputa tra loro per aggiudicarsi il ruolo delle tre oiran dai nomi dei petali di tre alberi.
La Festività degli Ōsu Street Performers è un evento tenuto attorno il Tempio Ōsu Kannon a Nagoya agli inizi di ottobre e la specialità di questa festività è la sfilata di oiran lungo l'arcata commerciale dell'Ōsu Kannon. Migliaia di spettatori riempiono la strada commerciale per fotografare le oiran, i loro yojimbo e le apprendiste (simili alle Maiko, ma in realtà sono delle chieriche).

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Nella cultura popolare


Nella mini-serie televisiva Shōgun, John Blackthorne (Anjin-san) viene presentato ad una oiran dati i suoi fruttuosi servizi per Lord Toranaga.
Nel film Sakuran (2007), intepretato da Anna Tsuchiya, una oiran è presente.
Nel manga e serie anime Rurouni Kenshin, Yumi, una ex-oiran, è l'amante del primo antagonista, Shishio.
Nella serie anime e manga Peacemaker Kurogane, se non lavora come una shinobi per Choshu, Akesato è una oiran d'alto rango nel distretto di Shimabara
Nella serie anime e manga Hell Girl, la terza compagna di Enma Ai-san, Hone Onna, è una oiran.
Nell'anime Bakumatsu Kikansetsu Irohanihoheto, Kotoha è una tayū.
In Samurai Sentai Shinkenger, una villana, Usukawa Dayu, ispira vestiario e armamentario alle oiran, ed usa come arma uno shamisen modificato.
"Oiran", una canzone della popolare Shiina Ringo dall'album "Heisei Fuuzoku"



Info: Wikipedia
 
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Kimu
view post Posted on 30/1/2012, 19:17




Kotatsu 炬燵


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Il kotatsu (炬燵) è il telaio in legno di un basso tavolino, sopra la quale viene posto un Futon od una pesante coperta. Sopra la coperta è presente un piano di appoggio per consentirne l'uso come un normale tavolo, mentre sul lato inferiore della struttura viene montata una fonte di calore (tipicamente una resistenza elettrica). Il Kotatsu è usato quasi esclusivamente in Giappone.

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Storia
La storia del kotatsu inizia nel periodo Muromachi (corrispondente al 14° secolo). Le sue origini derivano dal sistema di cottura tipico giapponese conosciuto come irori, che prevede un focolare incassato al centro di una stanza ricoperta di tatami. Dal 14° secolo fu introdotta una seduta intorno all'irori, separando le sue funzioni di cottura di cibi da quelle di luogo di aggregazione per i membri della famiglia. Sulla sommità di una struttura in legno posta sopra all'irori fu messa una trapunta (detta oki) che intrappolava e localizzava il calore del braciere sotto alla struttura.[6][7] Questo primordiale antenato del kotatsu fu chiamato horigotatsu. La parola giapponese horigotatsu (掘り炬燵) risulta dall'unione dei kanji 掘-り (fosso, buca), 炬 (fiaccola o fuoco), e 燵 (scaldapiedi).
La realizzazione dell' horigatsu fu leggermente cambiata nel periodo Edo, nel 17° secolo. Queste modifiche riguardarono il pavimento intorno all' irori, dove si iniziò a realizzare una buca di forma quadrata intorno al braciere. La struttura di legno del horigatsu fu piazzata intorno a questa buca, formando un focolare. La coperta veniva posta sempre sopra la struttura, creando un luogo caldo dove fosse possibile mettere le gambe una volta seduti.
I kotatsu spostabili furono creati più tardi partendo dal concetto degli horigatsu, e si sono diffusi grazie all'uso comune dei tatami nelle case giapponesi. Le braci non furono più messe all'interno dell' irori ma dentro una pentola di coccio che veniva posta sul pavimento; in questo modo era possibile posizionare il kotatsu ovunque si volesse. Questo modello di kotatsu è conosciuto come okigotasu. Nella lingua giapponese la parola okigotatsu (置き炬燵) deriva dall'unione dei kanji 置き (posizionare), 炬 (fiaccola o fuoco), e 燵 (scaldapiedi)
Nella metà del 20° secolo l'elettricità sostituì il carbone come fonte di riscaldamento, e fu possibile fissare una resistenza elettrica alla struttura del kotatsu invece di utilizzare il braciere in coccio. In questo modo diventò facile spostare il kotatsu a piacere, e questo contribuì alla sua diffusione nelle abitazioni giapponesi.

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Tipologie di kotatsu

Attualmente in Giappone vengono utilizzate due tipologie di kotatsu, che differiscono tra di loro per la struttura e per il tipo di riscaldamento:

Elettrico:
Il modello moderno di kotatsu (oki-gotatsu (置き炬燵) è composto dal telaio di un tavolo, sul lato inferiore del quale viene fissata una resistenza elettrica. La fonte di calore è, come già detto, una evoluzione della tradizionale pentola di coccio in cui venivano poste le braci. Alla struttura del kotatsu solitamente è fissato un futon leggero o un plaid. Un secondo futon (più pesante) viene collocato sulla parte superiore del kotatsu, e sopra a questo viene posizionato il piano di appoggio del tavolo. La resistenza elettrica fissata al lato inferiore del tavolo riscalda lo spazio sotto le coperte.

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A carbone:

Il tipo più tradizionale di kotatsu è costituito da un tavolo posizionato sopra una fossa scavata nel pavimento e profonda circa 40 centimetri (hori-gotatsu (掘り炬燵). Uno scaldino a carbone viene collocato nel pavimento della fossa, lungo le sue pareti o, come nel caso dei moderni kotatsu, attaccato al telaio del tavolo. Alcuni kotatsu da fossa sono dotati anche di una resistenza elettrica.

Uso
Ai giorni d'oggi il kotatsu è formato da una resistenza elettrica fissata al telaio del tavolo, che può essere realizzato oltre che con il tradizionale legno anche con plastica o altri materiali. Solitamente una coperta viene drappeggiata intorno al telaio sotto al piano del tavolo. Questa coperta viene rivestita da una seconda coperta più pesante che prende il nome di kotatsugake (火燵掛布). Kotatasugake hanno spesso una funzione decorativa, e possono essere disegnati per abbinarsi all'arredamento dell'abitazione. Per riscaldarsi ci si siede sul pavimento o su degli zabuton, mettendo le gambe sotto al tavolo con la parte inferiore del corpo avvolta dal kotatsugake. Il kotatsu è stato ideato pensando ai tradizionali abiti giapponesi che permettono al calore di entrare dalla parte bassa dei vestiti e di uscire dal collo, riuscendo così a scaldare tutto il corpo.
La maggior parte delle abitazioni giapponesi non sono isolate termicamente in maniera efficace come accade per quelle occidentali e non sono dotate di impianti di riscaldamento centralizzati per scaldare i vari ambienti. Riscaldare la casa è molto costoso, sia per l'insufficiente isolamento termico che per l'esposizione alle correnti d'aria degli appartamenti. L'utilizzo dei kotatsu consente di avere una fonte di calore relativamente economica a cui affidarsi durante i mesi invernali, tenendo conto del fatto che i futon riescono a trattenere l'aria calda. Le famiglie possono scegliere di concentrare le loro attività nella stanza in cui è collocato il kotatsu per risparmiare sui costi dell'energia. Nella stagione estiva la coperta viene rimossa ed il kotatsu può essere usato come un normale tavolino.
È possibile dormire sotto i kotatsu, anche se normalmente il corpo di una persona (a meno che non sia piuttosto bassa) non è completamente coperto dal futon. Dormire sotto al kotatsu viene considerato accettabile per dei sonnellini, ma non è l'ideale per il riposo notturno per vari motivi: il corpo non è completamente coperto ed è riscaldato in maniera non uniforme; il tavolo è corto ed è possibile toccare accidentalmente gli elementi riscaldanti muovendosi durante il sonno, esponendosi al rischio di scottature. Ai bambini viene detto che se dormono sotto ad un kotatsu si prendono un raffreddore; comunque è frequente il caso di animali domestici (come i gatti) che dormono sotto ai kotatsu riuscendo a stare con tutto il loro corpo all'interno della coperta - in maniera simile ai gatti che dormono vicino alle bocchette del riscaldamento a pavimento nei paesi occidentali (le abitazioni giapponesi non hanno questo tipo di riscaldamento).

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Apparecchi simili usati in altre nazioni

Un apparecchio simile al kotatsu, chiamato korsi viene utilizzato in Iran.

Un altro oggetto simile chiamato sandali è stato largamente utilizzato per secoli in Tajikistan ed Afghanistan. I sandali vengono utilizzati ancora oggi in molte abitazioni tipiche, dove costituiscono il luogo dove i familiari si ritrovano per mangiare e riscaldarsi

In Spagna si usa la "mesa camillla": un piccolo tavolo generalmente di forma rotonda sotto al quale viene collocata una fonte di calore (di solito un braciere), coperto da una pesante tovaglia che svolge le funzioni del futon.

Nei mesi invernali in Giappone il kotatsu è spesso il centro della vita familiare. Nelle serate i familiari si riuniscono intorno al kotatsu per mangiare, guardare la televisione, giocare e conversare tenendo le gambe al caldo sotto al kotatsu.



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view post Posted on 6/2/2012, 16:39
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La Casa Giapponese


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La casa giapponese tradizionale è concepita per adattarsi ai climi caldo-umidi mostrando caratteristiche diverse da zona a zona, rapportandosi alle condizioni locali. La struttura è caratterizzata da una intelaiatura di travi e pilastri in legno con incastri che determinano un'alta capacità di resistenza ai terremoti. Poggia su pietre che ne costituiscono le fondamenta abbraacciando il principio buddista, secondo cui ogni cosa ha una natura transitoria e caduca (niente è eterno, materialmente parlando).
Altamente trasformabile al suo interno, la casa giapponese, è caratterizzata da pannelli divisori in legno e carta di riso che ne permettono un alta traspirabilità, armadi a muro, pavimento in legno e tatami. La sera, per dormire vengono srotolati i futon e al mattino vengono ripiegati e riposti negli armadi per preparare lo spazio alla vita diurna.
L'utilizzo di materiali leggeri e deperibili era ed è tutt'oggi la risposta corretta alle frequenti scosse di terremoto e alla filosofia shintoista che impone un profondo rispetto per la natura, da qui la riciclabilità dell'intero edificio.
La casa giapponese è pensata dall'interno verso l'esterno, facendone del giardino un estensione di se stessa. Infatti, spesso, la parte migliore della casa è oltre il giardino. Mentre i pannelli shoiji interni sono mobili per poter creare all'occorrenza un ambiente unico o più ambienti intimi. La veranda detta engawa ha la funzione di modulare lo spazio interno da quello esterno protegendo l'abitazione dalla pioggia e dalla forte luce e calore. L'interno dell'edificio non è concepito per difendersi dall'esterno ma ne è un tuttuno.
Il risultato evidenzia ambienti che inducono alla calma, alla meditazione e all'equilibrio interiore.
Nella casa giappone è evidente lo sforzo, quindi, all'eliminazione di tutto ciò che è superfluo in omaggio alla bellezza delle cose umili, semplici ed in se perfette.
Nello stesso periodo in cui Leonardo Da Vinci concepisce la base dimensionale sviluppata sulle proporzioni del corpo umano, in Giappone si standardizzano le dimensioni considerate adeguate al essere di una persona giapponese. Così i tatami (stuoie di paglia intrecciata) assumo le misure 90x180 determinando un modulo atto a regolare tutte le dimensioni delle stanze e quindi della casa. Si considera che la dimensione di untatatmi sia quella adeguata a far riposare una persona, così un fusuma (porta scorrevole) ha un altezza di un shoji (180 cm), un pilastro è 1/10 o 1/5 di 90 cm e così via.
Un ambiente molto intimo della casa giapponese è costituito dal furo, il bagno, inteso come posto dove lavarsi e depurare il corpo dalle infezioni della vita quotidiana. Infatti, mentre il water è ripiegato in una stanzetta a se indipendente, il bagno per i giapponesi è un rito irrinunciabile che merita un'intero ambiente attrezzato per la pulizia del corpo. A tal fine, la vasca piena d'acqua calda e spesso con sali delle terme disciolti è relegata alla funzione di rilassamento da una giornata intensa di fatiche. Pertanto prima ci si lava meticolosamente, fuori dalla vasca, usufuendo di un ambiente vaporoso e poi ci si immerge nelle acque calde della vasca che rispetto alle nostre è molto più profonda per mettere l'immersione completa del corpo.

Quindi, mentre tutto il resto del mondo cerca la durabilità degli edifici, i costruttori giapponesi sottolineano la perfezione nell'imperfezione della natura delle cose. Il wabi-sabi (intraducibile per gli occidentali) ricerca l'equilibrio tra quiete, misura e raffinatezza ravvisabile nella ruvida semplicità.

Per i giapponesi la casa è la dimora dell'anima.

Sala Pranzo

In antichità i giapponesi mangiavano utilizzando vassoi quadrati separati. Infatti la pratica attuale di mangiare insieme a tavola divenne largamente utilizzata soltanto alla fine del periodo Meiji. La tavola presenta gambe molto corte proprio perchè dove è presente il Tatami non è possibile utilizzare sedie e perciò il tavolo deve essere agibile essendo seduti sul Tatami stesso. Visto che con il passare del tempo il soggiorno dove mangiare è divenuto il fulcro della casa giapponese, bisognava usare un mobile per contenere gli utensili e le scodelle per mangiare e così venne applicato l'uso del Chadansu, credenza originariamente usata per gli strumenti utili alla cerimonia del té. In inverno poi nella tipica casa giapponese viene utilizzato un tavolo riscaldato, detto Kotatsu, posto all'interno del soggiorno, a cui viene applicata una coperta sui lati con cui riscaldare le gambe durante i pasti. Al di sopra viene applicata una tavola di legno per essere utilizzato come un vero e proprio tavolo.

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Gli elementi fondamentali della casa giapponese sono:
DOMA, l'ingresso, una volta in terra, dove si lasciano le scarpe per salire sul pavimento vero e proprio della casa che è rialzato.

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ENGAWA, che è la veranda esterna coperta.

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FURO, il bagno giapponese caratterizzato da una vasca piuttosto alta.
TOKONOMA, porzione dalla casa dedita alla contemplazione di un kakejiku (rotolo scritto o dipinto) o altra forma d'arte.

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IRORI, cuore della casa utilizzato anche per cucinare consiste in un buco nel pavimento.

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TATAMI, costituisce la parte calpestabile del pavimento fatto di stuoie.
SHOJI, pannelli mobili atti a ridemnsionare un ambiente

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La casa moderna


Le abitazioni moderne sono un po’ diverse da quelle tradizionali ma, in generale ne rispecchiano la concezione minimalista e funzionale. Di solito sono composte da un angolo cottura che spesso è parte integrante della ‘dining room’, ovvero della sala da pranzo. C’è poi la living room, ovvero il soggiorno che, nelle case più piccole coincide con la sala da pranzo ( in questo caso però la cucina è separata). Living-dining room che di sera si trasforma in camera da letto. Il bagno di solito è diviso in due. In uno stanzino piccolo ci sono i servizi e in un’altra stanza ci sono doccia o vasca da bagno e lavandino. La pavimentazione può essere “washitsu” – alla giapponese – ovvero pavimentata con il tatami o “youshitsu” – all’occidentale – ovvero con l’utilizzo di altri materiali come piastrelle o il parquè che più si avvicina al tatami, ma, che è abbastanza caro. Minimalista e funzionale, ecco perché la casa giapponese influenza in maniera sempre maggiore lo stile ‘occidentale.

Tipico negozio cittadino con l'abitazione al piano superiore
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Tipica fattoria rurale
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Casa tradizionale di Gifu con il tetto molto spiovente, adatto alle abbondanti nevicate della zona
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Fonti: www.genki.it, www.puntoj.it e www.davide-sarrecchia.blogspot.com
 
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view post Posted on 30/3/2012, 16:22
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Il Fiume Han

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Il fiume Han è un grande fiume della Corea del Sud e il quarto fiume più lungo della penisola coreana dopo l'Amnok, Tumen River e Nakdong.

Affluenti
È formato dalla confluenza del fiume Namhan (a sud del fiume Han), che ha origine nel Monte Daedeok, e dal fiume Bukhan (a nord del fiume Han), che ha origine sulle pendici del Monte Geumgang] in Corea del Nord. Il fiume scorre che attraverso Seul e si fonde quindi con il fiume Imjin poco prima che sfocia nel Mar Giallo.
I due rami principali del fiume, il fiume Namha e il fiume Bukhan, si riuniscono a Yangsu-ri, nella provincia dello Gyeonggi-do, a quel punto viene indicato come il fiume Han. Si passa poi attraverso Seul e continua per il Mar Giallo.

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Lunghezza
La lunghezza totale del fiume Han (inclusi i suoi due affluenti) è di circa 514 km. Anche se non è un lungo fiume, il più basso Han è notevolmente ampio per un fiume relativamente breve. All'interno di Seul il fiume è più largo 1 km. Prima della costruzione di un certo numero di grandi dighe, il fiume era conosciuto per la sua enorme coefficiente di regime del fiume (rapporto tra l'importo massimo e minimo di flusso) di 1:390. (Per confronto, il Tamigi ed il Reno hanno coefficienti di 1:8 e 1:18, rispettivamente).

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Territorio
Il fiume Han e il suo territorio hanno svolto un ruolo importante nella storia coreana. Il Tre Regni della Corea cercavano di prendere il controllo di questa terra, dove il fiume è stato utilizzato come rotta commerciale per la Cina (attraverso il Mar Giallo). Tuttavia, il fiume non è più utilizzato attivamente per la navigazione, perché la sua foce si trova in zona demilitarizzata coreana, prescritta per l'ingresso da qualsiasi civile. Ci sono stati i timori, come il 1986 in Corea del Sud, che potrebbero attaccare la Corea del Nord e Seul rilasciando un diluvio dalla diga a monte.

Il nome
"Namhangang" a volte denominato "Han", in Corea del Sud. Il termine "Sud Han" è inteso a prescindere da quale lato del confine ci si trova. Anche se "Namhan" e "Bukhan" sono omofoni con le sigle Namhan; eBukhan, viene usato comunemente in Corea del Sud], Quello che oggi è chiamato il fiume Han è stato chiamato con nomi diversi, attraverso il corso della storia coreana. Durante il periodo della Commende Han sulla penisola e la prima parte del periodo del Regno tre il fiume è stato spesso denominato Daesu. Lo stato di Goguryeo chiamato il Arisu , Baekje chiamato il Ugniha, mentre il regno di Silla definiva la Iha.

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Storia
Il fiume Han ha svolto un ruolo centrale nella storia coreana dai tempi più antichi. Il regno di Baekje fu il primo a pretendere il fiume Han, riconoscendo la sua importanza strategica, come via d'acqua principale che collega la regione centro-occidentale della penisola con il Mar Giallo, nonché per il fiume fertile, una relativa rarità della penisola montagnosa. Sanseong Namhan, che si trova a sud di Seul, si pone come un capitale iniziale di Baekje. Non passò molto tempo prima che la regione vicino l'emanazione del fiume Han, con il Mar Giallo], circa l'odierna Seul, diventato il pomo della discordia tra Baekje e il regno crescente di Goguryeo. Durante il regno di King Jangsu (413d.c.-491d.c.). I Goguryeo strapparono il capolinea occidentale del fiume Han ai Baekje. Nei decenni successivi si avrebbe assistito ad un tiro alla fune sulla regione fino al 551, quando i Baekje, in un'alleanza con Silla, ha confermato il suo controllo sul bacino del fiume Han. Ma questa alleanza non è stata l'ultima, e nel 553 Silla ha rotto la sua alleanza con Baekje di prendere il controllo del fiume intero come parte della sua offerta per il dominio della penisola. Durante le Olimpiadi del 1988 a Seul, il fiume Han è stato il sito della regata olimpica di canottaggio.

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Con la scomparsa di entrambi i Baekje e Goguryeo e quindi l'unificazione della penisola venne controllata dai Silla nel 668, il fiume Han è entrato nella sua lunga era come un fiume "coreana", in primo luogo sotto il controllo di Unificazione Silla (668-918) , poi la successiva dinastia dei Goryeo (918-1392), e, infine, come parte della dinastia Josoen (1392-1910). Durante il periodo coloniale il fiume Han raggiunse nuovo rilievo: divenne il corso d'acqua principale della nuova capitale coreana di Seul o Hanyang. Il fiume Han appartiene ormai in gran parte alla Repubblica di Corea o Corea del Sud, con i suoi reflui nel Mar Giallo a poche miglia nautiche dalla Corea del Nord (anche se alcuni degli affluenti del fiume sono in Corea del Nord). Durante i primi decenni di esistenza della Corea del Sud il fiume Han è diventato sinonimo di inquinamento, come fiorente industria e di un popolo impoverito utilizzato come un canale di scarico conveniente per i rifiuti industriali e urbani. Anche se non ha più un ruolo centrale nel commercio o nel trasporto è un appuntamento privilegiato nella vita della capitale della Corea del Sud e negli ultimi dieci anni è diventato il centro di governo sponsorizzato degli sforzi ambientali per pulirlo e trasformarlo in un gioiello ecologico della capitale. Dal 2009, l'amministrazione Lee Myung Bak ha resuscitato un progetto: scavare un canale che collega il fiume Han, con il Mar Giallo a Incheon. Questo canale sarà lungo 40 km e collegherà il fiume Han vicino Gimpo a Seul a Incheon, ed è prevista per il 2011. Potrà ospitare sia grandi contenitori e le navi passeggeri.

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L'estate sul fiume Han
L'estate in Corea si fa sentire con le sue piogge torrenziali, temperature equatoriali e umidità al 100%, ma è pur vero che, passate le afose giornate del monsone, le belle giornate si gustano maggiormente.
Gli oltre 11 milioni di abitanti di Seul trovano nel fiume Han lo sfogo di cui hanno bisogno per combattere il caldo.
I parchi che si trovano su entrambe le rive del fiume Han servono come luogo di riposo e di ristoro nel corso dell'anno. I parchi lungo le rive coprono una lunghezza di 12 chilometri e sono larghi da 100 a 200 metri. Vi si trovano piste ciclabili, percorsi per jogging, campi di calcio, zone per il basket, campi da tennis, piste di pattinaggio, teatri all'aperto, giardini di fiori e parcheggi.
I parchi sulle due rive vibrano dell'energia di persone che praticano sport durante il giorno e fremono di parole degli innamorati che di notte escono a godere la lieve brezza notturna.

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Su entrambi i lati del fiume Han vi sono sette piscine, che d'inverno vengono usate come piste di pattinaggio. In luglio e agosto questi sono luoghi adatti per prendere il sole, apprezzati sia dagli adulti che dai bambini. Il governo metropolitano di Seul si prende cura della qualità dell'acqua, per cui queste piscine sono pulite quanto quelle dei grandi hotel, ma il biglietto di ingresso è molto più a buon mercato. Un altro vantaggio è che le piscine sono facilmente raggiungibili da qualunque parte della città.

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Viaggiare con la tavola a vela (windsurf) è uno degli sport più popolari sul fiume Han. Da maggio a ottobre i quartieri di Ttuksom e di Kwangnaru, dove vi sono circa 60 club sportivi, brulicano di appassionati di windsurf. D'estate vengono offerte lezioni per principianti varie volte al giorno. I principianti possono facilmente imparare spendendo una piccola somma. Si può anche affittare l'equipaggiamento necessario e la muta per il surf. Due altri luoghi popolari per questo sport sono Paltang, sull'estuario superiore del fiume Han, e Chongpyong.
Lo sci d'acqua è popolare sul fiume Han da più di 30 anni. Inizialmente Paltang è stato il luogo più famoso, ma ora molti praticano questo sport anche nelle aree di Chamwon e Chamsil. Non manca l'occasionale maniaco che pratica lo sci d'acqua perfino d'inverno.

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Gli istruttori, di solito già sciatori d'acqua professionisti, danno lezioni e danno anche in affitto l'attrezzatura necessaria. Dopo due o tre ore di lezione uno è di solito in grado di stare in piedi sull'acqua e di fare un primo tentativo dal vero.
Un altro sport divenuto popolare di recente è la tavola da acqua (wake boarding). È popolare specialmente fra i giovani dal momento che chi va sulla tavola è in grado di fare tutti i tipi di salti e giravolte. Lo spettacolo dei ragazzi che fanno le loro capriole attaccati alla fune di un motoscafo è rinfrescante anche solo a guardarlo.
Per quanto riguarda le barche a vela, si possono usare barche della classe dinghy, da soli o in due o tre, per sfrecciare lungo il fiume spinti dal vento. L'equipaggiamento per questo sport si affitta a Ttuksom e Kwangnaru. Dopo aver preso qualche lezione, si può entrare a far parte di un club e condividere l'attrezzatura con altri membri del club.
Non servono speciali lezioni per far l'esperienza di un “banana boat”, un gommone a forma di banana sul quale si viaggia a cavalcioni trascinati da un motoscafo.

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Così come non servono lezioni particolari per usare i pedalò, una versione dei quali, gradita specialmente agli innamorati e alle famiglie.
Combattere il calore dell'estate con un tuffo nelle acque del fiume Han è uno dei modi di trascorrere un bel pomeriggio di festa a Seul. Chi ama sguazzare nell'acqua o praticare uno dei tanti sport acquatici che si possono esercitare lungo il fiume troverà forse conveniente iscriversi a uno degli oltre cento club che sono sorti sulle rive del fiume Han che attraversa la capitale della Corea del Sud.

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I ponti
A seoul sul fiume Han ci sono 25 ponti.
Ecco l'elenco da ovest a est:
Gimpo Bridge; 김포대교
Haengju Bridge; 행주대교
Banghwa Bridge; 방화대교
Gayang Bridge; 가양대교
Seongsan Bridge; 성산대교
Dangsan Railway Bridge; 당산철교
Yanghwa Bridge; 양화대교
Seogang Bridge; 서강대교
Mapo Bridge; 마포대교
Wonhyo Bridge; 원효대교
Hangang Bridge; 한강대교
Hangang Railway Bridge; 한강철교
Dongjak Bridge; 동작대교
Jamsu Bridge; 잠수교
Banpo Bridge; 반포대교
Hannam Bridge; 한남대교
Dongho Bridge; 동호대교
Seongsu Bridge; 성수대교
Yeongdong Bridge; 영동대교
Cheongdam Bridge; 청담대교
Jamshil Bridge; 잠실대교
Jamshil Railway Bridge; 잠실철교
Olympic Bridge; 올림픽대교
Cheonho Bridge; 천호대교
Gwangjin Bridge; 광진교

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Kimu
view post Posted on 17/10/2012, 19:01




Seijin no Hi



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Seijin no Hi (成人の日), è una festa giapponese che si tiene ogni anno il secondo Lunedi del mese di Gennaio. Si svolge per congratularsi ed incoraggiare tutti coloro che hanno raggiunto la maggiore età (20 anni (二十 Hatachi ) durante l'anno passato, e per aiutarli a capire che sono diventati adulti . La cerimonia della raggiunta maggiore età, avviene negli uffici municipali della propria prefettura alla presenza di amici e parenti per poi continuare in qualche locale per festeggiare.

Storia
Questa cerimonia si svolge in Giappone dal 714 dC, quando un giovane principe indossò degli abiti nuovi e cambiò acconciatura, in occasione del suo passaggio all'età adulta.
Durante il periodo Edo (1603-1868) i ragazzi diventavano adulti all’età di 15 anni (veniva loro rasato il ciuffo di capelli che ricadeva sulla fronte) e le ragazze all’età di 13 anni (cominciavano a tingersi i denti di nero). Fu solo nel 1876 che l’età della maggiore età fu portata per ragazzi e ragazze a 20 anni.
In questo giorno i vari comuni organizzano delle cerimonie ufficiali per festeggiare l’evento; queste cerimonie (seijin shiki, 成人式) di solito si tengono al mattino con discorsi ufficiali, vari spettacoli, e consegna di regali.
Le ragazze in quest’occasione di solito si vestono in kimono, in particolare indossano lo sbarazzino furisode esclusivo delle ragazze nubili (dopo i 20 anni e dopo il matrimonio si passa al tomesode, con maniche fino a vita). Dato il costo eccessivo dei kimono da cerimonia in molte tendono ad affittarlo, non rinuanciando però ad acconciarsi i capelli in modo originale. I ragazzi invece si vestono in genere in giacca e cravatta, ma possono anche indossare dei kimono neri maschili.
Il giorno di festa è stato fissato dal governo nel 1948, e si tiene ogni anno il 15 gennaio. Nel 2000, a seguito dell' Happy Monday System, il Seijin no hi è stato spostato al secondo Lunedi di Gennaio.
In realtà, alcuni dei partecipanti hanno ancora 19 anni: i festeggiati sono quelli il cui compleanno cade tra il 2 aprile dell'anno precedente e il 1 aprile dell'anno in corso.
Dopo la cerimonia ufficiale per le strade si vedono gruppetti di ragazzi che se ne vanno in giro a festeggiare, soprattutto bevendo.

Curiosità
Tra le celebrità che oggi hanno festeggiato il Seijin no Hi ci sono le attrici Aragaki Yui, Toda Erika, e Horikita Maki.

Fonti: Wikipedia & Dondake!

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view post Posted on 29/12/2012, 12:17
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I Kappa

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illustrazioni da Suiko Junihin no zu, tardo periodo Edo

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Il kappa (河童?), chiamato anche Kawatarō (川太郎 "ragazzo-di-fiume") o Kawako (川子 "figlio-del-fiume"), è una creatura leggendaria giapponese, uno yokai, uno spirito del folklore e della mitologia giapponese che abita in laghi, fiumi e stagni.
Nello shintoismo sono considerati uno dei tanti suijin (水神 "dei-acquatici"). Una variante di kappa coperti di peli sono chiamati Hyōsube (ひょうすべ).
I kappa sono simili ai Nix o Nixie inglesi, ai Näkki della Scandinavia, ai Neck della Germania ed ai kelpie scozzesi e sono stati usati in tutte queste culture per spaventare i bambini nei confronti del pericolo di ciò che si nasconde nelle acque.
Ci sono diverse teorie sull'origine dei kappa nel mito giapponese. Una possibilità è che si siano sviluppati dall'antica pratica giapponese di far galleggiare i feti di bambini nati morti lungo i fiumi e torrenti. Oppure il nome "kappa" potrebbe essere derivato dal termine per la "veste" usata dai monaci portoghesi arrivati in Giappone nel XVI secolo; questi chiamavano il loro abito capa e l'aspetto dei monaci non è dissimile da quello di questi spiriti giapponesi, dal mantello sciolto, simile ad un guscio, alla tonsura dei capelli. Comunque l'etimologia più antica del nome giapponese fa pensare che in origine il termine significasse "creature o uomini dei corsi d'acqua".

La maggior parte delle descrizioni dipinge i kappa come umanoidi delle dimensioni di bambini, sebbene i loro corpi siano più simili a quelli delle scimmie o a quelli delle rane piuttosto che a quelli degli esseri umani. Alcune descrizioni dicono che le loro facce sono gorillesche, mentre secondo altre hanno un viso con un becco simile a quello delle tartarughe. Generalmente i disegni mostrano i kappa con spessi gusci simili a quelli di una tartaruga e con la pelle scagliosa con colori che vanno dal verde, al giallo o al blu.

I kappa abitano i laghi e i fiumi del Giappone e sono dotati di diverse caratteristiche che li aiutano in questo ambiente, come mani e piedi palmati. Si dice alle volte che puzzino di pesce e certamente sanno nuotare bene. L'espressione "kappa no kawa nagare" ("un kappa che si fa portar via dalla corrente") significa che anche gli esperti possono sbagliare.
La caratteristica principale del kappa è comunque la depressione piena d'acqua in cima alla testa. Questa cavità è circondata da ispidi e corti capelli, che hanno dato nome al taglio di capelli "okappa atama". Il kappa deriva la sua forza incredibile da questo foro pieno d'acqua e chiunque ne affronti uno può sfruttare questa debolezza semplicemente facendo in modo che il kappa rovesci l'acqua che ha in testa. Un metodo sicuro è di appellarsi al profondo senso di etichetta del kappa, dato che questo non può non ricambiare un profondo inchino, anche se questo significa rovesciare l'acqua. Una volta vuotata la riserva d'acqua, il kappa è seriamente indebolito e può anche morire. Altri racconti dicono che quest'acqua permette ai kappa di muoversi sulla terra ed una volta svuotata la creatura è immobilizzata. I bambini testardi sono incoraggiati a seguire il costume di inchinarsi con la scusa che sia una difesa contro i kappa.

I kappa sono combinaguai maliziosi. I loro scherzi vanno dal relativamente innocente, come rumorose flatulenze o guardare sotto al kimono delle donne, fino ai più problematici, come rubare il raccolto o rapire bambini. Infatti i piccoli bambini sono uno dei pasti preferiti dei kappa, sebbene siano anche disponibili a mangiare adulti. Si dice che i kappa abbiano anche paura del fuoco e alcuni villaggi tengono festival di fuochi d'artificio ogni anno per spaventarli e tenerli lontani.
I kappa non sono comunque interamente antagonisti degli esseri umani. Sono curiosi della civilizzazione umana e possono comprendere e parlare il giapponese. Perciò a volte sfidano chi incontrano a batterli in test di abilità, come lo shogi (un gioco simile agli scacchi popolare in Giappone) o un incontro di sumo. Possono anche stringere amicizia con esseri umani in cambio di doni e offerte, specialmente cetrioli, il solo cibo che i kappa apprezzino più dei bambini umani. Alle volte i genitori giapponesi scrivono i nomi dei loro bambini (o i loro propri nomi) su cetrioli e li lanciano nelle acque infestate di kappa per placare la creatura e permettere alla famiglia di fare il bagno. Esiste anche un tipo di sushi ripieno di cetriolo, chiamato appunto kappamaki.
Una volta stretta amicizia con il kappa, si dice che questo esegua diversi tipi di compiti per gli esseri umani, come aiutare i contadini ad irrigare i campi. Sono anche gran conoscitori della medicina e una leggenda afferma che hanno insegnato agli esseri umani come guarire le fratture. A causa di questi aspetti benevoli alcuni santuari shintoisti, detti jinja, sono dedicati all'adorazione di un kappa particolarmente benevolo.

I kappa nella narrativa e nella cultura moderna

Un kappa è fra i protagonisti della popolare leggenda cinese di Sun Wukong, raccontata nel libro Viaggio in Occidente (che fra l'altro ha ispirato svariati anime quali Dragon Ball e Saiyuki, sebbene in entrambi il personaggio perda le sue caratteristiche di kappa).

Inglobati come sono nel folklore popolare, i kappa sono figure diffuse anche nei manga, nei giocattoli per bambini e nella letteratura. I racconti moderni li ritraggono molto meno mostruosi, mostrandoli più come personaggi carini da cartone animato.

Un'eccezione letteraria notevole è il racconto breve Kappa di Akutagawa Ryūnosuke, per quanto in quest'opera il kappa appaia più che altro come figura grottesca e con intenti satirici riguardo alla società moderna.

Sono apparsi in forma più sinistra come l'organizzazione di INKlings nel romanzo di Murakami Haruki "La fine del mondo e il paese delle meraviglie".

I kappa sono stati l'ispirazione per le creature del film The Ring.

I kappa compaiono nella serie di libri di Harry Potter, ideata dalla scrittrice J. K. Rowling. In particolare, costituiscono argomento di studio del corso di "Difesa contro le Arti Oscure" nel terzo e nel quarto volume della serie, e trovano posto tra le creature magiche descritte nel libro di testo "Gli animali fantastici: dove trovarli".

Queste creature sono comparse nella sesta puntata della serie di videogiochi di ruolo Final Fantasy, e sono stati l'ispirazione per i "Koopa" nella serie di videogiochi Super Mario Bros.

Nel film Tartarughe Ninja III, quando il guerriero proveniente dall'antico Giappone arriva nel presente al posto di April O'Neil, si spaventa scambiando Michelangelo per un kappa.

Uno dei Pokémon, il Lombre, è senza dubbio derivato dai kappa; mentre nella descrizione di un altro Pokémon, Golduck, si legge testualmente: "Questo Pokémon che abita nelle paludi non di rado è confuso con il mostro giapponese kappa".

Il personaggio Jaken dell'anime InuYasha è un kappa.

Fanno una comparsata nel gioco Harvest Moon della compagnia Natsume, nel quale se si continua a gettare per dieci giorni cetrioli nel lago vicino alle montagne, compare un kappa che conferisce più energia per lavorare nei giorni piovosi.

Un kappa è presente nel gioco Animal Crossing con il nome di Kapp'n o, nella versione italiana, Remo.

Questo nome è stato usato come soprannome dal celebre cantante della band Death Nova, Immanuel Kapa.

Memorabile l'apparizione dei kappa in una puntata dell'anime (e del manga) di Lamù (Urusei Yatsura), in cui Ataru Moroboshi trova un kappa "secco" tra i rami di un albero.

Nell'anime Dororon Enma-kun, e nel successivo remake Demon Prince Enma (inediti in Italia), Kapaeru è un kappa cacciatore di demoni, che agisce in compagnia dei protagonisti Enma e Yuki-hime.

Un kappa appare in una delle missioni del manga Gantz, segnalato come obiettivo da catturare. Non presenta caratteristiche rilevanti e afferma unicamente di essere deformato da qualche parte.

Nell'episodio 21 dell'anime Gintama, compare un kappa rappresentato come una tartaruga antropomorfa dotata di becco e con un piatto in testa. Il piatto contiene un liquido, simile ad acqua, che è la fonte di energia del kappa: se viene svuotato egli perde le forze.

Nel manga Nurarihyon no Mago uno dei personaggi è chiamato Kappa, e mantiene molte delle caratteristiche attribuite a queste creature, come le mani e i piedi palmati e una specie di guscio sulla testa.

Nell'episodio numero trenta dell'anime Hetalia: Axis Powers, Inghilterra fa amicizia con un kappa, che lo informa di alcune tradizioni giapponesi. Con un po' di malinconia afferma che è tempo che non si faccia più vedere dagli umani, poiché la sua esistenza è diventata una superstizione.

Un kappa compare in un episodio dell'anime Sampei, tramite citazione e raffigurazione.

Nel film di animazione "Un'estate con Coo" il protagonista è un kappa che viene riportato in vita dopo 200 anni da un bambino nella moderna Tokyo.

Nella serie Touhou Project compare una timida kappa chiamata Nitori Kawashiro. Nei fanworks collegati alla serie viene mostrato che i kappa dispongono di una tecnologia molto avanzata.

Nella serie anime Arakawa Under the Bridge è presente un personaggio (il Capo Villaggio) che dice di essere un kappa, anche se è evidente che si tratta di un uomo travestito.

Nell'episodio 100 dell'anime Inazuma Eleven compare un kappa

I kappa compaiono inoltre come creature ostili nel videogioco Guild Wars Factions.

fonte: Wikipedia

Edited by Elle82 - 29/12/2012, 16:40
 
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